Archivi autore: Silvia Nannelli

Gli effetti della clausola compromissoria contenuta in un contratto di appalto con una parte poi dichiarata fallita

Cass. Sez. II, 16.3.2022 n. 8591

Diritto della crisi di impresa – fallimento – accertamento del passivo – appalto – clausola compromissoria – efficacia – esclusione

Per quanto concerne gli effetti dell’apertura di una procedura concorsuale sulla validità del contratto di appalto e della clausola compromissoria, ivi contenuta, bisogna considerare, come punto fermo da cui partire, il principio secondo cui l’accertamento di crediti vantati nei confronti di una parte sottoposta a fallimento o amministrazione straordinaria non può essere devoluta ad un collegio arbitrale, dal momento che l’effetto attributivo di cognizione, scaturente dalla clausola arbitrale viene paralizzato dall’inevitabile assorbimento di tali tipologie di giudizio, nello speciale procedimento di verifica dello stato passivo.

Un contratto di investimento è valido o meno a prescindere dalla denominazione utilizzata dalle parti

Cass. Sez. VI, 23.3.2022 n. 9446

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratto di investimento – denominazione – irrilevanza

Un contratto di investimento è valido e lecito e non diventa quindi nullo solo perché le parti lo abbiano qualificato “assicurazione sulla vita”, se non sono state violate altre norme sostanziali.

La fideiussione di un consorzio di garanzia a favore di una banca è valida

Cass. Sez. Un., 15.3.2022 n. 8472

Diritto delle obbligazioni e contratti – fideiussione – consorzio di garanzia – nullità – esclusione

La fideiussione prestata da un cosiddetto confidi minore nell’interesse della propria associata a garanzia di un creditore derivante da un contratto bancario non è nulla per violazione di norma imperativa.

L’esito dei decreti ingiuntivi opposti dal debitore che nelle more del giudizio di opposizione viene dichiarato fallito

Cass. Sez. III, 14.3.2022 n. 8110

Diritto della crisi di impresa – fallimento – decreto ingiuntivo – inefficacia – sussistenza

Il fallimento dichiarato nelle more dei giudizi di opposizione ai decreti ingiuntivi ottenuti dalla banca non determina né l’inesistenza né l’inefficacia assoluta dei provvedimenti monitori ma soltanto l’inefficacia relativa nei confronti della curatela fallimentare.

I limiti del giudicato endofallimentare

Cass. Sez. I, 11.3.2022 n. 8010

Diritto della crisi di impresa – fallimento – ammissione al passivo – giudicato endofallimentare – limiti

L’ammissione di un credito allo stato passivo non fa stato fra le parti fuori dal fallimento, poiché il c.d. giudicato endofallimentare, ai sensi dell’art. 96, comma 6, l. fall., copre solo la statuizione di rigetto o di accoglimento della domanda di ammissione, precludendone il riesame.

Il superamento del limite di finanziabilità comporta la conversione del mutuo fondiario in mutuo ordinario

Cass. Sez. III, 8.3.2022 n. 7509

Diritto bancario e dei mercati finanziari – mutuo – mutuo fondiario – limite di finanziabilità – conversione – sussistenza

Il mutuo fondiario non è un contratto diverso dal mutuo ordinario, ma ne rappresenta una “species”, con la conseguenza che il superamento del limite di finanziabilità previsto dall’art. 38, comma 2, del d.lgs. n. 385 del 1993 – che costituisce elemento essenziale per l’applicazione della disciplina di privilegio, sostanziale e processuale, per il finanziatore – non determina la nullità del mutuo fondiario e la sua eventuale conversione ex art. 1424 c.c., bensì comporta, in esito alla qualificazione del contratto come ordinario mutuo ipotecario, la mera disapplicazione delle speciali norme di favore previste per il creditore fondiario e la conservazione tanto del mutuo quanto della garanzia ipotecaria.

La irregolarità urbanistica dell’immobile non rileva per il contratto preliminare di compravendita

Cass. Sez. II, 8.3.2022 n. 7521

Diritto delle obbligazioni e contratto – contratto preliminare – regolarità urbanistica –irrilevanza

In caso di preliminare di compravendita, in presenza nell’atto della dichiarazione dell’alienante degli estremi del titolo urbanistico reale e riferibile all’immobile, il contratto è valido a prescindere dal profilo della conformità o della difformità della costruzione realizzata al titolo menzionato.

Il socio illimitatamente responsabile o il garante che pagano un debito della società hanno azione di regresso

Cass. Sez. III, 4.3.2022 n. 7184

Diritto societario – società di persone – soci illimitatamente responsabili – pagamento di un debito sociale – regresso – sussistenza

Il socio illimitatamente responsabile di una società di persone che abbia concesso una garanzia reale (nella specie pegno) a favore del creditore sociale per le obbligazioni sociali, pur essendo tale garanzia idonea a coprire verso il terzo creditore un debito che sul piano oggettivo è riferibile anche al socio ed aggiungendosi essa alla garanzia patrimoniale generica cui il socio illimitatamente responsabile è tenuto per legge (con l’effetto di neutralizzare il beneficium excussionis di cui beneficia il socio ex art. 2304 c.c.), a seguito dell’escussione della garanzia pignoratizia, ha diritto di regresso verso la società (con applicazione della disciplina delle passività ai sensi dell’art. 2263 c.c.) o gli altri soci.

La commissione di anticipata estinzione non rileva ai fini del calcolo dell’usura

Cass. Sez. III, 7.3.2022 n. 7352

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – usura – commissione estinzione anticipata – irrilevanza

Non sono accomunabili, nella comparazione necessaria alla verifica delle soglie usuraie voci, del costo del credito corrispondenti a distinte funzioni (cfr., in tema di commissione di massimo scoperto, Cass. Sez. U., 20/06/2018, n. 16303, cui “adde” Cass., 18/01/2019, n. 1464) Ne deriva l’impossibilità di cumulare, ai fini in esame, la commissione di estinzione anticipata con gli interessi moratori; la prima costituisce infatti una clausola penale di recesso, che viene richiesta dal creditore e pattuita in contratto per consentire al mutuatario di liberarsi anticipatamente dagli impegni di durata, per i liberi motivi di ritenuta convenienza più diversi, e per compensare, viceversa, il venir meno dei vantaggi finanziari che il mutuante aveva previsto, accordando il prestito, di avere dal negozio; i secondi, come noto, costituiscono una clausola penale risarcitoria volta a compensare il ritardo nella restituzione del denaro, così da sostituire, incrementati, gli interessi corrispettivi.
Proprio la natura di penale per recesso, propria della commissione di estinzione anticipata, comporta che si tratta di voce non computabile ai fini della verifica di non usurarietà.
La commissione in parola non è collegata se non indirettamente all’erogazione del credito, non rientrando tra i flussi di rimborso, maggiorato del correlativo corrispettivo o del costo di mora per il ritardo nella corresponsione di quello; non si è di fronte, cioè, a una “remunerazione, a favore della banca, dipendente dall’effettiva durata dell’utilizzazione dei fondi da parte del cliente” (arg. ex art. 2 -bis, d.l. n. 185 del 2008, quale convertito), posto che, al contrario, si tratta del corrispettivo previsto per sciogliere gli impegni connessi a quella.

Il difetto di legittimazione del cessionario del credito cartolarizzato è rilevabile d’ufficio dal giudice

Cass. Sez. I, 22.2.2022 n. 5857

Diritto bancario e dei mercati finanziari – cartolarizzazione dei crediti – cessione – prova – eccezione – rilevabilità d’ufficio – sussistenza

In materia di insinuazione al passivo fallimentare, la domanda di ammissione del credito con rango ipotecario comprende necessariamente in sé anche quella di ammissione in semplice chirografo (…); in materia di cessione dei crediti in blocco (…) la questione dell’essere il credito compreso tra quelli ceduti è rilevabile d’ufficio dal giudice di merito, attendendo al fondamento della domanda proposta dal cessionario.