Archivi autore: Silvia Nannelli

L’estinzione della società non comporta la rinuncia automatica ai suoi crediti

Cass. Sez. VI, 13.4.2022 n. 12064

Diritto societario – società di capitali – estinzione – crediti – rinuncia – insussistenza

L’estinzione di una società conseguente alla sua cancellazione dal registro delle imprese, ove intervenuta nella pendenza di un giudizio dalla stessa originariamente intrapreso, non determina anche l’estinzione della pretesa azionata, salvo che il creditore abbia manifestato, anche attraverso un comportamento concludente, la volontà di rimettere il debito comunicandola al debitore e sempre che quest’ultimo non abbia dichiarato, in un congruo termine, di non volerne profittare

Il collegamento tra il finanziamento e l’acquisto

Cass. Sez. II, 13.4.2022 n. 12054

Diritto bancario e dei mercati finanziari – finanziamento al consumo – compravendita – collegamento – sussistenza

Tra i contratti di credito al consumo finalizzati all’acquisto di determinati beni o servizi ed i contratti di acquisto dei medesimi ricorre un collegamento negoziale di fonte legale, che prescinde dalla sussistenza di una esclusiva del finanziatore per la concessione di credito ai clienti dei fornitori.

L’abuso del diritto nelle operazioni elusive

Cass. Sez. V, 12.4.2022 n. 11890

Diritto societario – società di capitali – operazioni straordinarie – abuso del diritto – condizioni

In tema di elusione fiscale, sono prive di carattere elusivo e non integrano l’abuso del diritto le operazioni straordinarie sul capitale delle società giustificate da valide ragioni extrafiscali, non marginali, anche di ordine organizzativo o gestionale, che rispondono a finalità di miglioramento strutturale o funzionale dell’impresa o di un ramo d’azienda e che quindi non perseguono l’esclusivo fine di trasformare le eventuali plusvalenze realizzabili sui beni di primo grado (immobili) in capital gain sui beni di secondo grado (quote di partecipazione), in aggiramento delle norme che regolano la tassazione ordinaria delle plusvalenze conseguite nell’ambito del reddito d’impresa.

In caso di ritardo di consegna della merce è l’acquirente che deve provare di avere subito un danno

Cass. Sez. II, 6.4.2022 n. 11126

Diritto delle obbligazioni e contratti – vendita – obbligo di consegna – ritardo – danni – onere della prova – ripartizione

Nel contratto di vendita, fuori dei casi di cui all’art. 1518 c.c., in caso di ritardo da parte del venditore nella consegna della merce è onere dell’acquirente provare di aver subito un’effettiva lesione del proprio patrimonio per la perdita di valore del bene ovvero per aver perso l’occasione di venderlo a prezzo conveniente o per aver sofferto altre situazioni pregiudizievoli, con valutazione rimessa al giudice del merito, che può al riguardo avvalersi di presunzioni, anche sulla base di elementi indiziari allegati dallo stesso danneggiato.

Il concordato preventivo con continuità aziendale è possibile anche in caso di affitto di azienda

Cass. Sez. I, 5.4.2022 n. 10988

Diritto della crisi di impresa – concordato preventivo – continuità aziendale – affitto di azienda – compatibilità – sussistenza

Il concordato con continuità aziendale disciplinato dall’art. 186 bis LF è configurabile anche quando l’azienda sia già stata affittata o sia destinata ad esserlo, rivelandosi affatto indifferente la circostanza che, al momento dell’ammissione della suddetta alla procedura concorsuale o del deposito della relativa domanda, l’azienda sia esercitata dal debitore o, come nell’ipotesi dell’affitto della stessa, da un terzo, in quanto il contratto di affitto – recante, o meno, l’obbligo dell’affittuario di procedere poi all’acquisto dell’azienda (rispettivamente affitto cd. ponte o cd. puro) – può costituire uno strumento per giungere alla cessione o al conferimento dell’azienda senza il rischio della perdita dei suoi valori intrinseci, primo fra tutti l’avviamento, che un suo arresto, anche momentaneo, rischierebbe di produrre in modo irreversibile.

La caparra di un contratto preliminare può essere pagata anche con assegno bancario che però va messo all’incasso

Cass. Sez. II, 31.3.2022 n. 10366

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – caparra – assegno bancario – validità – condizioni

La caparra confirmatoria ben può essere costituita mediante la consegna di un assegno bancario, perfezionandosi l’effetto proprio di essa al momento della riscossione della somma recata dall’assegno e, dunque, salvo buon fine; tuttavia, è onere del prenditore del titolo, dopo averne accettato la consegna, porlo all’incasso, con la conseguenza che il comportamento dello stesso prenditore che ometta d’incassare l’assegno e lo trattenga presso di sé, è contrario al dovere di correttezza, non esclude l’insorgenza a suo carico degli obblighi propri della caparra e non lo legittima, pertanto, in ragione del mancato incasso della somma pattuita quale caparra confirmatoria, né a recedere dal contratto principale né a sollevare, a fronte del (dedotto) inadempimento a tale obbligazione l’eccezione di inadempimento della controparte.

Il termine per opporre lo stato passivo è comunque di sei mesi

Cass. Sez. I, 28.3.2022 n. 9850

Diritto della crisi di impresa – fallimento – stato passivo – opposizione – termine – decorrenza

In tema di accertamento del passivo fallimentare, «ove il curatore ometta la comunicazione di cui all’art. 97 l.fall. al creditore che abbia chiesto l’insinuazione parzialmente o talmente respinta, l’opposizione ex art. 98 l.fall. può essere proposta da quest’ultimo entro sei mesi dal deposito del decreto che dichiara esecutivo lo stato passivo, in applicazione analogica dell’art. 327 c.p.c.

In caso di contratto preliminare al momento della sentenza traslativa devono sussistere tutte le condizioni previste dalle parti

Cass. Sez. II, 28.3.2022 n. 9978

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – trasferimento – sentenza – condizioni

L’esecuzione in forma specifica del contratto preliminare esige che al momento della pronuncia giudiziale – ovvero al momento della proposizione della domanda – sussistano tutte le condizioni giuridiche, con i relativi presupposti di fatto, che consentano alla sentenza costitutiva di rispecchiare integralmente le previsioni delle parti in sede di preliminare.

Nel giudizio con il curatore fallimentare sopravvivono solo le eccezioni riconvenzionali

Cass. Sez. II, 25.3.2022 n. 9787

Diritto della crisi di impresa – fallimento – controversia – domanda riconvenzionale – limiti

Nel giudizio intrapreso o proseguito dal curatore del fallimento per il recupero di un credito contrattuale del fallito, il convenuto può dedurre fatti costituenti eccezioni estintive, modificative o impeditive del diritto di credito del fallito come anche eccepire in compensazione, in via riconvenzionale, l’esistenza di un proprio credito, quando l’eccezione è diretta a neutralizzare la domanda del curatore e ad ottenerne il rigetto (art. 56 l.f.), non operando al riguardo il rito speciale per l’accertamento del passivo, previsto dagli art. 93 ss. l.f. L’eccezione in via riconvenzionale va esaminata dal giudice della lite, in quanto, pur ampliando il tema della controversia, non forma oggetto di alcuna domanda.

Spetta al giudice delegato accertare il credito per interessi moratori

Cass. Sez. VI, 25.3.2022 n. 9730

Diritto della crisi di impresa – fallimento – ammissione al passivo – interessi moratori – competenza

Il giudice delegato ai fallimenti, in mancanza di una sentenza passata in giudicato che abbia accertato il credito maturato a titolo di interessi moratori, deve compiere lui il detto accertamento in sede di ammissione al passivo del credito (…), secondo le regole stabilite dalla legge speciale, attuativa della direttiva comunitaria; e parimenti tale accertamento deve compiere il tribunale nella eventuale sede dell’opposizione al passivo.