Archivi autore: Silvia Nannelli

Per il rispetto dell’obbligo di cancellazione di una formalità contenuto in un preliminare è sufficiente l’estinzione del debito

Cass. Sez. II, 24.6.2022 n. 20434

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – obbligo cancellazione formalità – cancellazione materiale – necessità – insussistenza

E’ contraria a buona fede l’interpretazione della clausola contrattuale prevedente l’impegno del promittente venditore di curare, a propria cura e spese, l’estinzione dell’ipoteca prima del rogito notarile, che assegni alla stessa il significato di ritenere necessario, ai fini dell’adempimento dell’obbligo, anche il completamento della formalità della cancellazione dell’ipoteca entro il termine pattuito, anziché considerare sufficiente l’estinzione del pagamento dell’obbligazione garantita, corredata dal consenso del creditore ipotecario alla cancellazione rilasciato con atto autenticato dal notaio che abbia avviato la relativa formalità presentando al conservatore l’atto su cui la richiesta è fondata.

Se il cedente ha iniziato un’azione revocatoria contro il debitore il cessionario del credito beneficia della sentenza di accoglimento

Cass. Sez. III, 23.6.2022 n. 20315

Diritto delle obbligazioni e contratti – azione revocatoria – cessione di credito – estensione – sussistenza

Il cessionario di un credito beneficia ope legis, in conseguenza della cessione, degli effetti dell’azione pauliana vittoriosamente esperita dal cedente contro il debitore.

Per la validità del preliminare non è necessario specificare tutti gli elementi del futuro contratto definitivo

Cass. Sez. II, 22.6.2022 n. 20099

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – contenuto – condizioni

Ai fini della validità del contratto preliminare, non è indispensabile la completa e dettagliata indicazione di tutti gli elementi del futuro contratto, essendo sufficiente che le parti abbiano fatto riferimento a un bene determinato e la volontà sia ricostruibile per relationem.

Il principio dell’art. 1194 cc non si applica al conto corrente a meno che non si sia superato il fido o il conto non sia affidato

Cass. Sez. I, 20.6.2022 n. 19812

Diritto bancario e dei mercati finanziari – conto corrente – rimesse – imputazione – applicazione dell’art. 1194 cc – condizioni

Il principio di cui all’art. 1194 c.c., secondo cui ogni pagamento deve essere imputato prima agli interessi e poi al capitale salvo un diverso accordo con il creditore, postula che il credito sia liquido ed esigibile, atteso che solo questo, per sua natura, produce interessi ex art. 1282 c.c., sicché è inapplicabile al rapporto di conto corrente bancario, nella cui struttura unitaria le operazioni di prelievo e versamento non configurano distinti ed autonomi rapporti di debito e credito reciproci tra banca e cliente, in relazione ai quali, nel corso dello svolgimento del rapporto, si possa configurare un credito della banca rispetto a cui il pagamento del cliente debba essere imputato agli interessi. Il suddetto principio è, tuttavia, utilizzabile se al conto acceda un’apertura di credito, ex art. 1842 c.c., ove il correntista abbia effettuato versamenti o su conto cd. scoperto, destinati a coprire un passivo eccedente i limiti dell’accreditamento, o su conto in passivo a cui non acceda l’apertura di credito.

Non si ha patto commissorio vietato quando manca la coercizione illecita del debitore

Cass. Sez. II, 17.6.2022 n. 19694

Diritto delle obbligazioni e contratti – patto commissorio – coercizione del debitore – sussistenza – necessità

Va esclusa la violazione del patto commissorio quando manchi l’illecita coercizione del debitore a sottostare alla volontà del creditore, accettando preventivamente il trasferimento di un suo bene come conseguenza della mancata estinzione del debito che viene a contrarre; il divieto di tale patto non è applicabile allorquando la titolarità del bene passi all’acquirente con l’obbligo di ritrasferimento al venditore se costui provvederà all’esatto adempimento.

La quantificazione del danno in caso di pagamento illegittimo dell’assegno da parte della banca

Cass. Sez. I, 16.6.2022 n. 19443

Diritto delle obbligazioni e contratti – titoli di credito – assegno bancario – falsificazione – riscossione – danno – quantificazione

Nel caso dell’assegno di traenza pagato dalla banca negoziatrice a persona diversa dal prenditore il danno consegue alla perdita delle risorse che erano state rese disponibili per costituire la necessaria provvista presso l’istituto di credito che aveva autorizzato il beneficiario a sottoscrivere il titolo.

Anche l’atto istitutivo del trust può essere impugnazione con l’azione revocatoria

Cass. Sez. III, 16.6.2022 n. 19428

Diritto delle obbligazioni e contratti – trust – atto istitutivo – azione revocatoria – ammissibilità

La contestazione, che nel trust, dispositivo è l’atto col quale viene intestato al trustee il bene conferito in trust, non comporta che la relativa domanda revocatoria debba essere necessariamente indirizzata negli immediati confronti di quest’atto e non possa, per ciò stesso, essere utilmente proposta pure nei confronti dell’atto istitutivo del trust.

Una volta chiesta la risoluzione di un contratto preliminare non è più possibile recedere con il trattenimento della caparra

Cass. Sez. II, 8.6.2022 n. 18392

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – risoluzione – recesso – alternatività

L’esercizio del diritto di recesso è precluso laddove sia stata conseguita la risoluzione di un contratto cui è acceduta la prestazione di
una caparra confirmatoria, attraverso una diffida ad adempiere.

La risoluzione di un contratto preliminare relativo a un bene immobile va sempre fatta con atto scritto

Cass. Sez. II, 8.6.2022 n. 18390

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – risoluzione – forma scritta – necessità

La risoluzione di un contratto preliminare di compravendita di un immobile necessita sempre della forma scritta. Non ci si può dunque appellare ad un “mutuo dissenso” che sarebbe attestato semplicemente dal comportamento fattuale. Ne deriva che seppure il venditore ha dimostrato disinteresse alla conclusione del contratto: non chiedendone l’adempimento e poi vendendo l’immobile ad un terzo, il promissario acquirente non ha comunque diritto alla restituzione di quanto versato.

Il fallimento risponde anche dei fatti illeciti riferibili al curatore

Cass. Sez. I, 7.6.2022 n. 18289

Diritto della crisi di impresa – fallimento – credito risarcitorio – riferibilità – sussistenza

Anche il credito risarcitorio va posto a carico del fallimento e rientra nel novero di quelli di cui alla L. Fall., art. 111, n. 1, la cui applicazione deve intendersi non già circoscritta agli effetti dell’attività negoziale della curatela, bensì estesa alle situazioni obbligatorie che di tale connotazione negoziale sono carenti, quali i fatti illeciti riferibili alla curatela stessa e, più in generale, ogni altro atto o fatto idoneo a dar vita ad una obbligazione in conformità all’ordinamento giuridico, purché si pongano in connessione di dipendenza causale dalla procedura concorsuale.