Archivi autore: Silvia Nannelli

Gli indici rivelatori dell’insolvenza

Cass. Sez. I, 2.8.2022 n. 23993

Diritto della crisi di impresa – fallimento – insolvenza – indici

In tema di fallimento, lo stato di insolvenza delle società che non siano in liquidazione va desunto dall’impossibilità dell’impresa di continuare ad operare proficuamente sul mercato, che si traduca in una situazione d’impotenza strutturale (e non soltanto transitoria) a soddisfare regolarmente e con mezzi normali le proprie obbligazioni, per il venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie allo svolgimento dell’attività, restando irrilevante ogni indagine sull’imputabilità o meno all’imprenditore medesimo delle cause del dissesto, ovvero sulla loro riferibilità a rapporti estranei all’impresa, così come sull’effettiva esistenza ed entità dei crediti fatti valere nei suoi confronti, i quali sono oggetto di valutazione incidentale, con la precisazione che lo stato di insolvenza ben può essere ricavato in via induttiva anche dal mancato pagamento di un solo credito di importo non inferiore ad euro trentamila, ai sensi dell’art. 15, ult. co. della legge fallimentare.

Il termine di decadenza per la contestazione dei vizi della cosa venduta decorre per quelli apparenti dalla consegna

Cass. Sez. II, 1.8.2022 n. 23816

Diritto delle obbligazioni e contratti – vendita – vizi o difetti – garanzia – decadenza – decorrenza

In tema di garanzia per vizi della cosa venduta, ai fini della decorrenza del termine breve di otto giorni per la denuncia, va considerato che in caso di “vizio apparente”, che è quello rilevabile attraverso un rapido e sommario esame del bene utilizzando l’ordinaria diligenza, il dies a quo decorre dal giorno del ricevimento della merce, equiparandosi in tal caso la possibilità di accertamento della condizione del bene alla riconoscibilità dei vizi apparenti.

Il contratto di assicurazione non può prevedere l’esonero dall’indennizzo per colpa

Cass. Sez. VI, 29.7.2022 n. 23762

Diritto delle obbligazioni e contratti – assicurazione – fatti colposi – esclusione – esonero – nullità

La clausola inserita in un contratto di assicurazione sulla responsabilità civile, nella quale venga previsto l’obbligo per l’assicuratore di mantenere indenne l’assicurato dal risarcimento del danno dovuto in conseguenza di un fatto accidentale, non può essere interpretata in modo da escludere dalla copertura assicurativa i fatti colposi, in quanto tale interpretazione renderebbe nullo il contratto ai sensi dell’articolo 1895 c.p.c. per l’inesistenza del rischio.

Nel conto corrente cointestato il saldo si presume per metà dei correntisti fatta salva la prova contraria

Cass. Sez. II, 27.7.2022 n. 23403

Diritto delle obbligazioni e contratti – conto corrente – cointestazione – credito pro quota – presunzione – prova contraria

Nel conto corrente bancario cointestato a più persone i rapporti interni tra correntisti, anche aventi facoltà di compiere operazioni disgiuntamente, sono regolati dal secondo comma dell’art. 1854 c.c., in virtù del quale debito e credito si dividono in quote uguali solo se non risulti diversamente; ne consegue che, ove, ad esempio, il saldo attivo risulti discendere dal versamento di somme di pertinenza di uno solo dei correntisti, si deve escludere che l’altro possa, nel rapporto interno, avanzare diritti sul saldo medesimo.

L’accollo del mutuo fondiario non trasferisce automaticamente anche il contratto di assicurazione sulla vita

Cass. Sez. III, 26.7.2022 n. 23296

Diritto delle obbligazioni e contratti – mutuo – accollo – assicurazione sulla vita –trasferimento – esclusione

L’accollo di un mutuo fondiario non comporta per legge la cessione all’accollante del contratto di assicurazione sulla vita del mutuatario stipulato dall’accollato alla conclusione del mutuo.

Il mutuo contratto per saldare debiti pregressi non è nullo

Cass. Sez. III, 25.7.2022 n. 23149

Diritto delle obbligazioni e contratti – mutuo – ripianamento perdite – nullità –esclusione

Il mutuo stipulato per ripianare un debito pregresso del mutuatario verso il mutuante non è nullo. Esso infatti non è contrario né a norme di legge (vanamente se ne cercherebbero in tal senso, a meno di assai fantasiose interpretazioni), né all’ordine pubblico, posto che il pagare i propri debiti è – esso sì – principio di ordine pubblico. Non può escludersi in astratto che la concessione d’un mutuo c.d. “solutorio” possa nel singolo caso celare un atto in frode dei creditori o un mezzo anomalo di pagamento: ma in tali casi l’atto sarà nullo o revocabile per questa ragione, e non perché sia stato concesso allo scopo di saldare un debito pregresso. Allo stesso modo non costituisce un pactum de non petendo.

La controdichiarazione può essere opposta al fallimento solo se ha data certa

Cass. Sez. II, 19.7.2022 n. 22654

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto – condizione risolutiva – data certa –opponibilità – curatore fallimentare – necessità

La condizione risolutiva di un contratto contenuta in una controdichiarazione può essere opposta al fallimento solo nell’ipotesi in cui abbia data certa anteriore al fallimento, che dimostri la formazione dell’atto prima della dichiarazione di fallimento e il perfezionamento in epoca antecedente o coeva alla stipulazione dell’atto simulato, essendo irrilevante che il prezzo dichiarato in contratto sia stato, o meno, in tutto o in parte pagato.

La mancanza della fideiussione per un contratto preliminare di immobile da costruire non sempre costituisce una nullità

Cass. Sez. II, 12.7.2022 n. 21966

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – compravendita – immobile da costruire – fideiussione – mancanza – nullità – condizioni

La proposizione della domanda di nullità del contratto preliminare per mancanza della garanzia accessoria ex 2, d.lgs. 122/2005, ove sia stata rilasciata la garanzia prescritta per legge in data successiva alla stipula del preliminare, e senza che nelle more si sia manifestata l’insolvenza del promittente venditore ovvero che risulti altrimenti pregiudicato l’interesse del promissario acquirente alla cui tutela è preposta la nullità di protezione prevista dalla norma in esame, costituisce abuso del diritto e non può quindi essere accolta.

Il fallimento successivo salva l’ipoteca che sarebbe stata inefficace per il concordato

Cass. Sez. I, 8.7.2022 n. 21758

Diritto della crisi di impresa – concordato – ipoteca – inefficacia – condizioni

L’art. 168, comma 3, l.fall., il quale sancisce l’inefficacia delle ipoteche giudiziali iscritte nei 90 giorni anteriori all’iscrizione nel registro delle imprese del ricorso per concordato preventivo rispetto ai creditori anteriori al concordato, non si applica qualora, aperta la procedura concordataria, la stessa abbia avuto esito infausto e sia stato, contestualmente o in un momento successivo, dichiarato il fallimento dell’imprenditore, trovando l’inefficacia degli atti nell’ambito della proceduta fallimentare la propria disciplina negli artt. 64 e ss. l.fall.

In caso di modifica dello statuto sulle regole di circolazione delle partecipazioni sociali il socio contrario ha il diritto di recesso

Cass. Sez. I, 27.6.2022 n. 20545

Diritto societario – società di capitali – trasferimento partecipazioni sociali – statuto – modifica – diritto di recesso – sussistenza

Ha diritto di recesso dalla Spa il socio che in assemblea non voti a favore della proposta di sopprimere dallo statuto una clausola di prelazione nel caso di trasferimento delle azioni in cui è suddiviso il capitale sociale.