Archivi autore: Silvia Nannelli

La risoluzione del contratto di leasing prima della dichiarazione di fallimento rende inapplicabile la disciplina concorsuale

Cass. Sez. I, 14.9.2022 n. 27133

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – leasing – risoluzione – fallimento – disciplina – applicazione

Anche a seguito dell’introduzione nell’ordinamento dell’art. 72-quater, l. fall., che ha dettato un’unica disciplina per la locazione finanziaria, valevole sia per il leasing di godimento che per quello traslativo, non si può ritenere superata la tradizionale distinzione tra leasing di godimento e leasing traslativo e le differenti conseguenze che da essa derivano nell’ipotesi di risoluzione del contratto per inadempimento dell’utilizzatore. Sicché, in caso di un contratto di leasing traslativo, risolto prima del fallimento dell’utilizzatore, va applicato analogicamente l’art. 1526, cc e non l’art. 72-quater, l. fall.

La domanda di risarcimento danni per la promozione di una esecuzione illegittima va formulata nella causa di opposizione

Cass. Sez. VI, 8.9.2022 n. 26438

Diritto delle obbligazioni e contratti – titolo esecutivo – esecuzione – illegittimità – danni – domanda – esperibilità

La domanda di risarcimento del danno da “esecuzione illegittima” deve essere promossa dinanzi al giudice dell’opposizione all’esecuzione, essendone consentita l’introduzione in un autonomo giudizio solo quando sia impossibile, per ragioni di fatto o di diritto, introdurre la pretesa risarcitoria in quella sede.

L’ISC non è prezzo, tasso o condizione

Cass. Sez. VI, 9.9.2022 n. 26585

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – ISC – funzione – violazione – nullità – esclusione

L’Isc (Indicatore sintetico di costo) ha una funzione puramente informativa del conto corrente per il cliente di banca, in ordine alla cui violazione non è contemplata alcuna sanzione di nullità.

Le caratteristiche della transazione

Cass. Sez. III, 31.8.2022 n. 25600

Diritto delle obbligazioni e contratti – transazione – reciproche concessioni –condizioni

In tema di transazione, le reciproche concessioni, cui si riferisce il primo comma dell’art. 1965 c.c., devono essere intese in correlazione con le reciproche pretese e contestazioni e non già ai diritti effettivamente a ciascuna delle parti spettanti.

Il creditore può impugnare con l’azione di simulazione l’attribuzione patrimoniale avvenuta in sede di separazione

Cass. Sez. I, 11.8.2022 n. 24687

Diritto delle obbligazioni e contratti – separazione – attribuzione patrimoniale – simulazione – azione – ammissibilità

Mentre il contenuto essenziale dell’accordo di separazione non può essere oggetto di azione simulatoria assoluta, il negozio patrimoniale di attribuzione immobiliare, contenuto nelle condizioni di separazione consensuale omologate, può essere aggradito da terzi creditori del simulato alienante. È valida l’iscrizione ipotecaria effettuata da terzi creditori del simulato alienante dopo l’atto di disposizione patrimoniale e prima della sentenza di accoglimento della domanda di simulazione assoluta che provoca la nullità del negozio per assenza di causa, e dunque i beni si considerano come mai usciti dal patrimonio del disponente.

Nell’interest rate swap l’alea deve essere scientificamente calcolata

Cass. Sez. I, 10.8.2022 n. 24654

Diritto bancario e dei mercati finanziari – interest rate swap – determinazione – nullità

In tema di interest rate swap occorre accertare, ai fini della validità del contratto, se si sia in presenza di un accordo tra investitore e intermediario finanziario sulla misura dell’alea, calcolata secondo criteri scientificamente riconosciuti e oggettivamente condivisi; accordo che non si può limitare al mark to maket, ossia al costo, pari al valore effettivo del derivato a una certa data, al quale una parte può anticipatamente chiudere tale contratto od un terzo estraneo all’operazione è disposto a subentrarvi, ma deve investire altresì gli scenari probabilistici e concernere la misura qualitativa e quantitativa della menzionata alea e dei costi, pur se impliciti, assumendo rilievo i parametri di calcolo delle obbligazioni pecuniarie nascenti dall’intesa, che sono determinati in funzione delle variazioni dei tassi di interesse nel tempo. La violazione di questo principio determina la nullità del contratto, non virtuale ex art. 1418/1 cc, ma strutturale ex art. 1418/2 cc, inerente alla mancanza degli elementi strutturali del contratto.

Da quando decorre il termine di prescrizione dell’azione di responsabilità di amministratori e sindaci

Cass. Sez. I, 8.8.2022 n. 24429

Diritto societario – società di capitali – amministratori – responsabilità – prescrizione – decorrenza

L’azione di responsabilità dei creditori sociali contro gli amministratori della società ai sensi dell’articolo 2394 c.c., anche quando sia promossa dal curatore fallimentare a norma dell’articolo 146 l.f., è sottoposta a prescrizione quinquennale, la cui decorrenza si ha dal momento dell’oggettiva percepibilità, da parte dei creditori, dell’insufficienza dell’attivo a far fronte ai debiti (e non anche dall’effettiva conoscenza di tale situazione), la quale, a sua volta, discendendo dall’insufficienza della garanzia patrimoniale generica (art. 2740 cod. civ.), non coincide con lo stato d’insolvenza di cui all’articolo 5 legge fallimentare, derivante, in primis, dall’impossibilità di ottenere ulteriore credito. In ragione dell’onerosità della prova gravante sul curatore, esiste una presunzione iuris tantum di coincidenza tra il dies a quo di decorrenza della prescrizione e la dichiarazione di fallimento, con conseguente ricaduta sull’amministratore della prova contraria della diversa data anteriore di manifestazione dello stato di incapienza patrimoniale, con la deduzione di fatti sintomatici di assoluta evidenza, la cui valutazione spetta al giudice di merito ed è insindacabile in sede di legittimità se non per vizi motivazionali che la rendano del tutto illogica o lacunosa.

I sindaci non vanno esenti da responsabilità solo per non essere stati informati dagli amministratori

Cass. Sez. II, 4.8.2022 n. 24170

Diritto societario – società di capitali – sindaci – poteri – responsabilità – condizioni

Non è sufficiente ad esonerare i sindaci della società da responsabilità, in presenza di una illecita condotta gestoria degli amministratori, la circostanza di esserne stati tenuti all’oscuro qualora i sindaci abbiano mantenuto un comportamento inerte, sebbene fosse da essi esigibile lo sforzo diligente di verificare la situazione e porvi rimedio, di modo che l’attivazione dei poteri sindacali, avrebbe potuto permettere di scoprire le condotte illecite e reagire ad esse, prevenendo così danni ulteriori.

Gli amministratori non possono delegare illimitatamente i propri poteri a terzi

Cass. Sez. III, 3.8.2022 n. 24068

Diritto societario – società per azioni – amministratori – poteri – delega – limiti

Agli amministratori delle società per azioni non è consentito delegare ad un terzo poteri che, per vastità dell’oggetto, entità economica e assenza di precise prescrizioni preventive e di procedure di verifica, gli facciano di fatto assumere il potere di gestione dell’impresa o comunque di compiere le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto sociale, essendo tali attività di esclusiva competenza degli stessi amministratori, che sono gli unici cui le dette funzioni possono eventualmente essere delegate.