Archivi autore: Silvia Nannelli

Per esperire l’azione revocatoria non è necessario che il credito sia certo

Cass. Sez. III, 6.10.2023 n. 28141

Diritto delle obbligazioni e contratti – azione revocatoria – credito – certezza – irrilevanza

In tema di azione revocatoria ordinaria, l’art. 2901 c.c. accoglie una nozione lata di credito, comprensiva della ragione o aspettativa, con conseguente irrilevanza della certezza del fondamento dei relativi fatti costitutivi, coerentemente con la funzione propria dell’azione, la quale non persegue scopi specificamente restitutori, bensì mira a conservare la garanzia generica sul patrimonio del debitore in favore di tutti i creditori, compresi quelli meramente eventuali.

Il termine per impugnare la sentenza di fallimento decorre dalla data della sua notifica integrale al debitore

Cass. Sez. I, 4.10.2023 n. 27916

Diritto della crisi di impresa – fallimento – impugnazione – termine – decorrenza

In tema di impugnazioni, compreso il reclamo avverso la sentenza dichiarativa di fallimento, il termine breve ex art. 325 cpc decorre dal momento della conoscenza legale del provvedimento da impugnare a seguito cioè di un’attività svolta nel processo o in funzione dello stesso. Nel caso di sentenza dichiarativa di fallimento tale termine breve decorre dalla data della notifica della sentenza integrale al debitore fallito.

L’usura sopravvenuta ritorna rilevante

Cass. Sez. III, 28.9.2023 n. 27545

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – usura – usura sopravvenuta – rilevanza

I saggi di interesse usurari – che non siano stati pattuiti originariamente, ma siano sopraggiunti in corso di causa – costituiscono in ogni caso importi indebiti. Il creditore che voglia interessi divenuti nel corso del rapporto in misura ultra legale pretenderebbe per ciò stesso l’esecuzione di una prestazione oggettivamente sproporzionata: il suo comportamento sarebbe contrario al generale principio di buona fede contrattuale, che impone alle parti comportamenti collaborativi, anche in sede di esecuzione del contratto.

I requisiti della responsabilità precontrattuale

Cass. Sez. III, 25.9.2023 n. 27262

Diritto delle obbligazioni e contratti – responsabilità precontrattuale – condizioni

La responsabilità precontrattuale per violazione dell’art. 1337 c.c. presuppone anzitutto che tra le parti siano intercorse trattative giunte ad uno stadio tale da giustificare oggettivamente l’affidamento nella conclusione del contratto, inoltre che una delle parti abbia interrotto le trattative, eludendo le ragionevoli aspettative dell’altra, la quale, avendo confidato nella conclusione finale del contratto, sia stata indotta a sostenere spese o a rinunciare ad occasioni più favorevoli, ed infine che il recesso sia stato determinato, se non da malafede, almeno da colpa, e non sia quindi assistito da un giusto motivo.

Gli amministratori devono risarcire il danno per incauta concessione di credito da parte della banca

Cass. Sez. I, 20.9.2023 n. 26867

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – incauta erogazione – responsabilità – amministratori – sussistenza

Gli amministratori di un istituto di credito, ove abbiano concesso credito in violazione dei criteri di ordinaria diligenza, sono tenuti al risarcimento del danno attuale arrecato al patrimonio della banca e consistente, in ragione della svalutazione del portafoglio crediti e dei costi di gestione finalizzati al rientro, nella riduzione della sue capacità gestionali e di investimento, senza che sia, pertanto, necessario attendere l’esito infruttuoso delle azioni di cognizione e di esecuzione volte al recupero dei finanziamenti erogati.

Il notaio deve verificare se il venditore è fallito

Cass. Sez. III, 13.9.2023 n. 26448

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratti in genere – fallimento – parte – verifica – obbligo

Il notaio, avendo l’obbligo di accertare la capacità legale di contrarre delle parti dell’atto rogando, è responsabile del danno patito dall’acquirente di un immobile venduto da persona già dichiarata fallita al momento della stipula, a meno che non dimostri che nemmeno con l’uso della diligenza professionale da lui esigibile avrebbe potuto accertare l’esistenza della sentenza dichiarativa di fallimento.

Nella cessione di azienda solo formale il cessionario risponde anche oltre le scritture contabili

Cass. Sez. III, 13.9.2023 n. 26450

Diritto delle obbligazioni e contratti – azienda – cessione – responsabilità del cessionario – scritture contabili – condizioni

In tema di cessione di azienda, la disciplina di cui all’art. 2560, comma 2, c.c. – che richiede, ai fini della responsabilità del cessionario per i debiti anteriori al trasferimento, la loro risultanza dai libri contabili obbligatori – è applicabile soltanto in presenza di un’effettiva alterità tra cedente e cessionario, non ravvisandosi, in caso di trasferimento solo formale, l’esigenza di salvaguardia dell’interesse dell’acquirente dell’azienda di avere precisa conoscenza dei debiti di cui potrà essere chiamato a rispondere, correlato a quello, superindividuale, alla certezza dei rapporti giuridici e alla facilità di circolazione dell’azienda.

Il consumatore ha diritto al rimborso dei costi sostenuti in caso di rimborso anticipato del finanziamento

Cass. Sez. II, 6.9.2023 n. 25977

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – mutuo – rimborso anticipato – costi – conseguenze

E’ nulla la clausola contrattuale che escluda il rimborso dei costi sostenuti, in caso di estinzione anticipata del contratto di finanziamento perché determina a carico del consumatore un significativo squilibrio dei diritti e degli obblighi derivanti dal contratto, ai sensi dell’art.33 del D. Lgs 206/2005.

Chi spedisce per posta un assegno poi trafugato e incassato da chi non era legittimato è responsabile insieme alla banca negoziatrice

Cass. Sez. III, 5.9.2023 n. 25866

Diritto delle obbligazioni e contratti – titoli di credito – assegno bancario – alterazione – responsabilità

A fronte di un assegno sottratto e riscosso da un soggetto non legittimato a riscuoterlo, è da ritenere colpevole non solo l’istituto di credito che ha provveduto all’erroneo pagamento ma anche il soggetto che ha emesso l’assegno e lo ha spedito per posta ordinaria. Irrilevante a questo proposito, chiariscono i giudici, il fatto che il titolo di credito sia munito di clausola di intrasferibilità.

E’ la banca che deve provare di avere fornito all’investitore ogni informazione

Cass. Sez. III, 1.9.2023 n. 25635

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti finanziari – obblighi informativi – onere della prova – ripartizione

Incombe sull’intermediario, a fronte della mera allegazione contraria dell’investitore sull’assolvimento degli obblighi informativi, fornire, con ogni mezzo, la prova positiva del comportamento diligente della banca. Tale prova può essere integrata dal profilo soggettivo del cliente o da altri convergenti elementi probatori ma non può essere desunta soltanto da essi.