Archivi autore: Silvia Nannelli

La causa per revocatoria non può essere estesa nei confronti del successivo sub-acquirente

Cass. Sez. III, 6.12.2023 n. 34214

Diritto delle obbligazioni e contratti – azione revocatoria – sub-acquirente – estensione – inammissibilità

Nel giudizio per revocatoria ordinaria proposto nei confronti dell’acquirente, il creditore non può, ove si verifichi una alienazione successiva del medesimo immobile, inserire in corso di giudizio un’ulteriore domanda nei confronti del terzo sub-acquirente, poiché la domanda nei confronti di quest’ultimo non può dirsi né di garanzia né comune a quella inizialmente introdotta, secondo quanto richiesto dall’art. 106 c.p.c. per la chiamata del terzo, potendo il suo acquisto essere pregiudicato solo in presenza dei presupposti di cui all’art. 2901, comma 4, c.c., e tenuto conto che solo al curatore fallimentare è consentito, ai sensi dell’art. 66, comma 2, l.fall., ampliare “a cascata”, l’ordinaria azione revocatoria contro tutti i successivi subacquirenti, al fine di assicurare, in ragione della superiore difficoltà di recupero, una più intensa tutela dei creditori dell’alienante caduto in fallimento.

Quando si può esperire l’azione di indebito arricchimento

Cass. Sez. Un., 5.12.2023 n. 33954

Diritto delle obbligazioni e contratti – azione di indebito arricchimento – esperibilità

Ai fini della verifica del rispetto della regola di sussidiarietà di cui all’art. 2042 c.c., la domanda di arricchimento è proponibile ove la diversa azione, fondata sul contratto, su legge ovvero su clausole generali, si riveli carente ab origine del titolo giustificativo.

In caso di vizi e difformità l’appaltatore deve sopportare tutti gli oneri per eliminarli

Cass. Sez. II, 17.11.2023 n. 31975

Diritto delle obbligazioni e contratti – appalto – vizi e difformità – eliminazione – conseguenze

Nell’appalto, in caso di difformità e vizi dell’opera, qualora il committente esperisca i rimedi riparatori, sono a carico dell’appaltatore tutte le conseguenze dell’inesatto adempimento, per cui è tenuto a sopportare l’intero peso economico idoneo a garantire il risultato che si sarebbe ottenuto con l’esatta esecuzione del contratto.

La penale di anticipata estinzione è irrilevante ai fini del calcolo del tasso soglia per l’usura

Cass. Sez. I, 15.11.2023 n. 31734

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – penale anticipata estinzione – usura – tasso soglia – irrilevanza

Ai fini della verifica del superamento del “tasso soglia”, previsto dalla disciplina antiusura, non è possibile procedere alla sommatoria degli interessi moratori con la commissione di estinzione anticipata del finanziamento, non costituendo quest’ultima una remunerazione, a favore della banca, dipendente dalla durata dell’effettiva utilizzazione del denaro da parte del cliente, bensì un corrispettivo previsto per lo scioglimento anticipato degli impegni a quella connessi.

Il contratto preliminare di preliminare

Cass. Sez. II, 13.11.2023 n. 31431

Diritto delle obbligazioni e contratti – contratto preliminare – preliminare di preliminare – validità – effetti

Il c.d. “preliminare di preliminare”, pur essendo vincolo valido ed efficace se rispondente ad un interesse meritevole di tutela delle parti, risulta idoneo unicamente a regolare le successive articolazioni del procedimento formativo dell’affare, senza abilitare le parti medesime ad agire per la esecuzione specifica del negozio, nelle forme di cui all’art. 2932 c.c., ovvero per il risarcimento del danno derivante dal mancato conseguimento del risultato utile del negozio programmato e, conseguentemente, non viene a costituire un “affare” idoneo, ex artt. 1754 e 1755 c.c., a fondare il diritto alla provvigione in capo al mediatore che abbia messo in contatto le parti medesime.

La promessa di pagamento inverte l’onere della prova

Cass. Sez. II, 10.11.2023 n. 31296

Diritto delle obbligazioni e contratti – promessa di pagamento – onere della prova – inversione

La promessa di pagamento, per il carattere meramente confermativo di un rapporto obbligatorio preesistente, è idonea a determinare l’inversione dell’onere della prova tra le parti del rapporto obbligatorio, ma non è fonte autonoma di obbligazione e non può produrre la modificazione soggettiva dell’obbligazione, con la conseguenza che la promessa unilaterale di pagamento di un debito altrui è da considerarsi assolutamente nulla, in quanto non rientra nello schema di cui all’art. 1988 c.c., che ha per oggetto il debito dello stesso promittente e non quello di altri soggetti.

Quando la responsabilità della banca per operazioni con strumenti elettronici è esclusa

Cass. Sez. III, 8.11.2023 n. 31136

Diritto bancario e dei mercati finanziari – contratti bancari – strumenti elettronici – uso illegittimo – responsabilità – condizioni

La responsabilità della banca per operazioni effettuate a mezzo di strumenti elettronici, con particolare riguardo alla verifica della loro riconducibilità alla volontà del cliente mediante il controllo dell’utilizzazione illecita dei relativi codici da parte di terzi ha natura contrattuale e, quindi, va esclusa solo se ricorre una situazione di colpa grave dell’utente.

I soci della società estinta rispondono personalmente verso i creditori sociali per tutte le utilità ricavate dalla liquidazione

Cass. Sez. II, 8.11.2023 n. 31109

Diritto commerciale – società di capitali – estinzione – liquidazione – soci – responsabilità personale – condizioni

I soci sono responsabili per l’adempimento dei debiti della società estinta fino alla concorrenza del valore dei beni o delle utilità ricevute dalla società al momento della liquidazione. Questo include non solo le somme di denaro ma anche altre utilità economicamente valutabili, come le quote di partecipazione in altre società.

Quando la domanda di ammissione del credito supertardiva è comunque ammissibile

Cass. Sez. I, 6.11.2023 n. 30846

Diritto della crisi di impresa e dell’insolvenza – fallimento – ammissione al passivo – domanda supertardiva – ammissibilità – condizioni

Ai fini dell’ammissibilità della domanda tardiva di ammissione del credito ai sensi dell’ultimo comma dell’art. 101 legge fall. (cd. supertardiva), il mancato avviso al creditore da parte del curatore del fallimento, previsto dall’art. 92 legge fall., integra la causa non imputabile del ritardo da parte del creditore, fermo restando che il curatore ha facoltà di provare, ai fini dell’inammissibilità della domanda, che il creditore ha avuto notizia del fallimento, indipendentemente dalla ricezione dell’avviso. Ciò che è dirimente, dunque, ai fini della verifica dell’imputabilità del ritardo, è che colui che si insinua al passivo oltre il termine di cui al primo comma dell’art. 101 l. fall. abbia avuto conoscenza effettiva della dichiarazione di fallimento, ovvero una conoscenza assimilabile a quella legale, che gli sarebbe stata garantita dall’invio della comunicazione di cui all’art. 92 l. fall.

Il credito dell’ex socio alla liquidazione della quota non è postergato come i finanziamenti

Cass. Sez. I, 6.11.2023 n. 30725

Diritto commerciale – società di capitali – recesso – liquidazione – postergazione – esclusione

Il credito derivante dal recesso del socio non presenta alcuna “vicinanza” funzionale con il credito da finanziamento soci, e ciò per l’evidente ragione che, nel primo caso, il credito conseguirebbe allo scioglimento del rapporto sociale e in quell’evento troverebbe fondamento, mentre, nel secondo caso, la costanza del rapporto sociale costituirebbe il presupposto per l’insorgenza del credito.