Marito dispotico ed addebito della separazione

Cass. Civ., 21.4.2015, n.8094

Delle persone e della famiglia – della separazione dei coniugi – addebito

Il principio di uguaglianza morale e giuridica tra i coniugi (art. 3 Cost.), il principio della costituzione e conservazione del rapporto matrimoniale (art. 29 Cost.) ed il criterio di regolazione dei rapporti coniugali basato sulla ricerca dell’accordo e sul rispetto della pari dignità sono valori costituzionali fondamentali, dai quali non è possibile discostarsi basandosi sul permanere della rilevanza, in alcune aree sociali, di quel ruolo gerarchico che legittimava l’autorità del marito nelle società patriarcali.
Conseguentemente, ai fini dell’addebito della separazione, che richiede la prova del compimento di atti consapevolmente contrari ai doveri del matrimonio e del nesso causale tra gli stessi atti e il determinarsi dell’intollerabilità della convivenza, non può essere attributo alcun valore all’atteggiamento di tolleranza del coniuge in posizione inferiore che subisca atti lesivi della propria dignità e del proprio diritto all’uguaglianza nelle relazioni familiari.
La dipendenza psicologica e la subordinazione della moglie non possono dunque rendere disponibili valori e diritti di rango costituzionale, la cui violazione assume certamente rilevanza ai fini dell’accertamento della responsabilità per la crisi del matrimonio e del conseguente addebito della separazione